GUIDA ALLE CASE MUSEO DELLA CAMPANIA
Museo Emblema


La casa museo
Il Museo Emblema nasce dagli sforzi, nei suoi ultimi anni, dell’artista Salvatore Emblema per creare, nella sua città natale, un luogo dedicato all’insegnamento, allo studio e alla diffusione dell’arte contemporanea. Dalla sua inaugurazione nel settembre del 2000, la Casa-Museo dell’artista ospita una selezione di opere rappresentative che illustrano la ricerca espressiva di Emblema dagli anni ’40 al 2000: tele, sculture, arte applicata, installazioni ambientali. Le collezioni seguono un percorso comunicativo volto a trasmettere le tappe d’innovazione dell’autore, con un approccio al contempo cronologico e tematico, in cui opere con soggetto o visione affini sono accostate in modo da mostrare l’evoluzione del processo creativo. Oltre agli interni, è presente il “Parco delle Sculture” con opere in legno degli anni ’90 e le “Structure” in rete metallica risalenti agli anni ’70. Il parco accoglie infine le ultime ricerche creative dell’artista: “Pietre”, esposte in Giappone per l’Expo del 2005, che si fondono al paesaggio vesuviano che ha dato ad Emblema i natali. Il museo include inoltre le sezioni: Archivio Emblema, Dipartimento Didattico e Laboratorio di Restauro. L’Archivio, gestito congiuntamente dagli eredi di Salvatore Emblema, proprietari del museo, si occupa di documentare e certificare l’intera produzione dell’artista, per scopi sia di preservazione storica che di agevolazione al mercato del collezionismo. Il Dipartimento Didattico offre laboratori all’avanguardia per l’infanzia e gli studenti che insegnano con la pratica i metodi della produzione e comprensione dell’arte contemporanea.
Il personaggio
Salvatore Emblema si definiva un figlio della luce, che concepiva come un’agente in grado di estrarre una verità fondamentale dalle cose e consegnarla all’osservatore. Informazioni contestuali, figure e dettagli non sono che ostacoli alla luce, che ne inquinano il messaggio. Nato a Terzigno nel 1929, Emblema frequentò saltuariamente la Scuola del Corallo di Torre del Greco e l’Accademia delle Belle Arti, per poi trasferirsi a Roma, dove ottenne i suoi primi inaspettati successi con le “Fullografie”, ritratti a collage di foglie essiccate, dove però il soggetto era solo un pretesto per dare forma al medium, da cui l’artista si emanciperà gradualmente. Dopo un soggiorno a New York, su invito di David Rockfeller, torna a Terzigno e collabora con Giulio Carlo Argan, che lo aiuta a formalizzare la sua poetica fino ad arrivare alle prime tele “de-tessute”, in cui la stessa materia viene modellata nelle sue tre dimensioni, così da permettere alla luce di cogliere in autonomia gli altri due elementi essenziali: la forma e il colore.
Il territorio
Terzigno è un comune di recente istituzione, scorporato da Ottaviano solo nel 1913, ma il suo territorio che gode di una impagabile vista sul Parco Nazionale del Vesuvio e sul Golfo fu abitato sin dall’epoca romana, come testimoniano le Ville di Cava Ranieri e il Museo archeologico territoriale. Terzigno è zona di produzione del vino Lacryma Christi e del pomodoro del piennolo.