GUIDA ALLE CASE MUSEO DELLA CAMPANIA
Museo Alfonsiano


La casa museo
A Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, autore di “Tu scendi dalle stelle”, è dedicato il Museo Alfonsiano di Arienzo. Anche se fu vescovo di Sant’Agata de’ Goti, è ben documentata la sua residenza, per 9 anni, nel Palazzo Vescovile della cittadina di Arienzo. Qui Sant’Alfonso non solo è venerato come santo patrono della diocesi, ma l’impronta da lui lasciata sul territorio, ha spinto alla creazione nel Palazzo del Museo Alfonsiano, inaugurato nel 2018. Il museo conserva cimeli, lettere e reliquie del vescovo, suddivise in sale tematiche. Al piano terra il portone ottocentesco si apre su un androne con volte a botte. Nella prima sala viene raccontato l’uomo Alfonso, prestigiosa figura d’intellettuale nell’ambiente culturale napoletano del ‘700. Nella seconda viene affrontata la sua opera teologica ed è ospitato un vasto repertorio delle sue composizioni. La terza sala infine è dedicata al rapporto tra Sant’Alfonso e la comunità di fedeli: vi si trovano reliquie e oggetti appartenuti al santo e le lettere che ricordano il suo impegno di consigliere e di direttore spirituale. Annessa al museo e cuore dell’edificio è la cappella, con l’altare dove il Santo celebrava, e dove ebbe diverse esperienze mistiche, tra cui, si tramanda, una bilocazione. Una sala multimediale e altri locali dedicati all’accoglienza permettono di trascorrere una giornata di ritiro alla scoperta del più santo dei napoletani e della sua poliedrica personalità.
Il personaggio
Nato nel 1696 e figlio del patriziato napoletano, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori ebbe una solida formazione umana e culturale. Egli si contraddistinse, infatti, per il suo ingegno multiforme: fu giurista, oltreché cultore di musica, pittura e letteratura. Nel 1732 lasciò Napoli e fondò prima a Scala la Congregazione del Santissimo Redentore e fu poi vescovo di Sant’Agata de’ Goti dal 1762 al 1775, ma a partire dal 1767 soggiornò, prima saltuariamente e poi stabilmente, ad Arienzo, dove la miglior qualità dell’aria poteva lenire i sintomi dell’artrite degenerativa che lo affliggeva e a causa della quale, nei suoi ultimi anni, dovette ridurre al minimo le uscite dal suo Palazzo e fare uso di una stampella. L’opera teologica di Sant’Alfonso fu molto apprezzata ed ebbe grande risonanza all’epoca, fino a divenire punto di riferimento per la morale cattolica. Fu proprio il suo desiderio di evangelizzare gli umili a stimolare la sua competenza musicale, tramite la quale diede vita a componimenti come il notissimo “Quanno nascette Ninnò”. Nel 1775 rinunciò all’Episcopato e morì nel 1787.
Il territorio
Arienzo è una cittadina della Valle di Suessola estesa tra i Monti Tifatini e il Parco del Partenio e, soprattutto, attraversata dalla Via Appia, dove sorgeva una Stazione di Ristoro di cui rimangono i resti. Il suo ricco passato è testimoniato dalla Terra Murata, il Castello Longobardo e il Palazzo Carfora.