GUIDA ALLE CASE MUSEO DELLA CAMPANIA
Casa Museo Sant’Alberico Crescitelli


La casa museo
In memoria di Sant’Alberico Crescitelli, la Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo ha istituito il Museo di Sant’Alberico Crescitelli presso la casa natale del santo. Qui il sacerdote visse la sua infanzia e adolescenza con la famiglia ed ebbe la sua formazione, mossa sin dalla più tenera età dalla vocazione spirituale. Alberico Crescitelli vi abitò fino al 1880, quando, all’età di 17 anni, entrò a seminario, già risoluto a diffondere la parola di Dio in terra straniera. Vi ritornò brevemente nel 1887, prima di partire in missione. La dimora è decisamente poco appariscente se vista dall’esterno, ma, proprio come il santo martire, sotto l’apparenza sobria racchiude la grande forza di spirito della sua devozione alla causa. All’interno degli ambienti domestici, testimoni di modestia e serenità, è possibile osservarne i guardaroba con esposti i paramenti liturgici e le vesti cinesi da missionario e conoscere la sua opera attraverso i numerosi oggetti legati ad aneddoti personali, come arredi liturgici, inni sacri scritti ai compagni di catechismo e l’appassionato panegirico recitato alla Messa della Madonna del Carmine.
Il personaggio
Sant’Alberico Crescitelli è santo patrono di Altavilla Irpina e la figura locale a cui la comunità di fedeli è più emotivamente legata, un affetto che il santo si guadagnò già in vita grazie alla sua sensibilità, compassione e abnegazione al messaggio di fede. Nacque ad Altavilla nel 1863, pronipote del Giuseppe Maria Crescitelli che un secolo prima trasportò ad Altavilla le reliquie di San Pellegrino, figura d’ispirazione per Alberico. Manifestò una vocazione precoce, tanto che già a 15 anni decise di volersi ordinare. Nel 1880 entrò al Seminario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per le Missioni Estere a Roma e nel 1887 tornò in paese, dove esercitò il sacerdozio e si prodigò ad assistere le vittime dell’epidemia di colera, incurante dei rischi. Partì per la Cina meridionale nel 1888 e operò la sua missione di conversione, assistenza ai bisognosi e all’infanzia, durante il disordine sociale della Rivolta dei Boxer, contro l’Impero piegato dalle forze coloniali inglesi. Nel 1900, durante un razionamento di viveri, si scontrò con un funzionario senza scrupoli, che per ritorsione negava gli alimenti alle famiglie cristiane. L’affronto non fu perdonato e il missionario fu catturato, trascinato in paese e qui, in pubblico, picchiato e torturato mentre non reagiva, limitandosi a pregare e a non importunare i passanti, finché non fu sommariamente assassinato. Fu santificato nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II.
Il territorio
Altavilla Irpina è un borgo dal fascino medievale che sorge su tre colli del massiccio del Partenio, a metà strada tra Avellino e Benevento. L’abitato risale all’epoca romana, ma si è sviluppato nell’Alto Medioevo sotto i Normanni. Sono presenti: la Chiesa Collegiata di S.M. Assunta in Cielo, il Santuario delle reliquie di San Pellegrino e il Museo della Gente Senza Storia.