GUIDA ALLE CASE MUSEO DELLA CAMPANIA

Il Progetto

L’Associazione Terre di Campania APS ha da sempre legato fortemente la sua esistenza ad una continua e diversificata opera di valorizzazione del territorio regionale, realizzando numerose azioni di divulgazione e diffusione della conoscenza dei diversi aspetti che rendono la Campania attraente ed affascinante per i suoi abitanti e per tutti quanti hanno la fortuna di visitarla. Da alcuni anni, l’Associazione ha fatto dell’opera di valorizzazione dei musei campani, con particolare riferimento a quelli collocati al di fuori degli itinerari turistici tradizionalmente consolidati, un perno della propria programmazione culturale, intendendoli non solo quali privilegiati luoghi di conservazione e diffusione della cultura, ma anche come un efficace e imprescindibile strumento di approccio integrato alla conoscenza del territorio. Tra le varie tipologie museali che meglio riescono, per l’appunto, ad interpretare questo ultimo aspetto, figurano senz’altro le Case-Museo, poiché, per la loro stessa natura, risultano essere profondamente legate ai luoghi ove sorgono, alla loro storia e a quella delle persone che vi hanno abitato, fornendo un punto di vista spesso originale sul loro vissuto. Anche la regione Campania, al pari di altri luoghi italiani noti proprio per la presenza di Case-Museo legate a figure di spicco del panorama storico-culturale del nostro Paese, vanta un discreto numero di strutture rientranti in questa specifica tipologia museale. Legate ad importanti figure artistiche o religiose, le Case-Museo presenti in regione Campania offrono l’opportunità al visitatore di fare un salto nel tempo per respirare l’atmosfera del passato, consentendo di approfondire la conoscenza delle personalità che vi hanno vissuto, in una dimensione intima e diversa, nonché di riscoprire il profondo legame intrinseco tra esse e il territorio.
Questa guida vuole essere uno strumento agile ed utile ad per indirizzare alla conoscenza delle Case-Museo della nostra regione.

GUIDA ALLE CASE MUSEO DELLA CAMPANIA

Le Case Museo:
quando le pareti custodiscono voci

“Non sono i muri, né il soffitto né il pavimento che danno carattere alla casa, ma gli esseri che la rendono viva con la loro conversazione, le loro risate, i loro amori e risentimenti.” (Ernesto Sabato)

Con queste parole Ernesto Sabato ci ricorda che una casa non è mai solo un contenitore di pietre e mattoni, ma un luogo animato dalle presenze che lo hanno vissuto. È proprio questa l’essenza delle case museo, spazi che conservano non solo oggetti, ma frammenti di vita e di umanità.

Visitare una casa museo significa entrare in un mondo sospeso, in cui ogni stanza racconta non solo il gusto estetico di un’epoca, ma anche la quotidianità di chi l’ha abitata.
Un mobile consumato, una penna lasciata sulla scrivania, un abito riposto nell’armadio parlano di conversazioni interrotte, di idee nascenti, di silenzi carichi di nostalgia. Sono segni minimi che, messi insieme, restituiscono la vibrazione autentica della vita vissuta e non replicabile.

Le residenze private che siano castelli, dimore ottocentesche, case di artisti diventano case-museo quando i loro proprietari (o i loro curatori), aprendoli agli occhi della società in maniera permanente e organizzata, decidono di assumere su di sé la grande responsabilità di rendere pubblici spazi intrisi di suggestione, fascino e cultura ma fin a quel momento luoghi privati ed intimi.
Rispetto ai musei convenzionali, le case museo sono la espressione mai definitiva e mutevole del progetto abitativo di un personaggio storico o di una famiglia che si è modificato nel tempo, la cui idea originaria si è persa, spesso è sconosciuta ma si è arricchita negli anni stratificando su di sé il vissuto di diverse generazioni della stessa famiglia o di altri committenti, subendo la dittatura di mode e di bisogni e, non ultimo, il carisma di personalità più dominanti di altre, rendendo quelle stanze cariche di significati e di storie “minori” all’interno della ineluttabile narrazione storica “maggiore”.

Quello che connota in via principale una casa museo da un qualunque altro museo è sicuramente il “genio del luogo”: sebbene possa sembrare un concetto più romantico che scientifico, il genius loci è la sintesi perfetta per quel complesso di conoscenze che ogni singola casa è in grado di raccontare.
Se i musei “istituzionali” con le loro collezioni possono essere dislocati altrove senza una sostanziale perdita di valore, la dimora storica non può essere trasferita perché la sua identità più profonda è legata ai luoghi cui appartiene; i suoi contenuti materiali, preziosi o meno, sono inevitabilmente e inesorabilmente intrecciati con quelli immateriali: luci, ombre, prospettive, distanze, panorami.
La biblioteca di Casa Leopardi a Recanati racconterebbe di più o di meno di Giacomo senza le sue finestre?

Una volta divenuto patrimonio comune da conservare per il futuro, la casa museo, al pari di ogni istituzione museale, deve svolgere la sua funzione educativa che non è solo quella nozionistica, ma è una altra e ben più esclusiva: una educazione emozionale. Aldilà delle etichette, delle tabelle didattiche, i cordoni e i cataloghi, ogni casa è sì un museo che conserva collezioni e decori di una epoca; è sì “teatro della memoria” di riti, reliquie e ricordi perduti ma è soprattutto un luogo, modesto o magnifico che sia, che sappia svelare all’ospite di passaggio la sua singolare poetica, quella misteriosa magia “di essere stati a casa di…” Sir John Soane a Londra, Frida Kahlo a Città del Messico, Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera e tanti altri, non come spettatori distanti, ma ospiti discreti di una umanità che continua a vivere attraverso oggetti, arredi, atmosfere.

La sfida del futuro delle case museo sarà nella capacità di rinnovarsi senza perdere questa individuale autenticità dove il carattere di chi le ha abitate ne ha impregnato le mura.
Il vero valore di una visita ad una casa museo resterà sempre quello di poter camminare tra stanze che conservano un’eco umana. Perché, come ricorda Sabato, non sono i muri a dare senso a una casa, ma le vite che li hanno abitati e che continuano a parlare, in silenzio, a chi sa ascoltare.

Maurizio Stocchetti
Direttore
Casa Museo del pittore
Domenico Mondo (1723-1806)